Lo sport, la vita e altre piccolezze raccontati a cuore aperto seconda versione
martedì 27 novembre 2018
Stanotte mi sono svegliato e...
Stanotte mi sono svegliato e… ho subito notato che c’era qualcosa che non mi tornava. Intanto ero stato svegliato da un colpo in testa, rifilatomi non si sa bene da chi, forse perché non mi decidevo ad alzarmi. Guardandomi intorno ho visto la disposizione del letto uguale a quella di sempre ma le pareti che erano tappezzate di un inedito color blu scuro. Poi due filippini, o qualcosa del genere, che evidentemente mi stavano vegliando (e probabilmente era stato uno di loro due a colpirmi visto che non mi decidevo a svegliarmi) mi hanno condotto fuori dalla stanza e mi sono reso conto che quella non era affatto casa mia ma una casa nella quale ero stato trasportato chissà in che modo. Ma la particolarità è che la casa era strapiena di gente che mi dava il benvenuto e che mi chiedeva se avessi bisogno di qualcosa. Tutta gente amica anche se quasi tutta completamente sconosciuta e ragazze o donne più mature quasi tutte bellissime e sconosciute che mi ronzavano intorno e che apprezzavano la mia timidezza. Anch’io cercavo di essere meno timido ma poi questo difetto, che è quello più letale con le donne, ricompariva, eppure loro non sembravano farci troppo caso, anzi, ne ridevano soddisfatte. Poi, dopo i primi minuti di comprensibile smarrimento, ho intuito che la casa era un grande regalo (comprata? Affittata? Boh, questo non lo saprò mai) che mi avevano fatto i miei genitori a mia totale insaputa. Infine, ho scoperto che la casa era in realtà una specie di villa con giardino personale situata nel mio adorato paesello di fianco alla strada principale, a poche decine di metri di distanza dalla casa in affitto che ho dovuto lasciare due anni fa. Pur chiedendomi che fine avessero fatto tutti i miei libri, che non vedevo da nessuna parte, ero inebriato da queste due sensazioni: essere in mezzo a tutta quella gente dagli sguardi amici e dalle mille attenzioni (una ragazza, ovviamente a me completamente sconosciuta, mi ha addirittura detto che mi ero fatto molto muscoloso: figuriamoci, muscoloso io!) ed essere finalmente riuscito a tornare a vivere nel posto che amo di più. Mia mamma mi ha lasciato intendere che non dovevo più preoccuparmi del mio vecchio iPhone perché mi aveva regalato un cellulare molto più avanzato e tecnologico. Poi, dopo una mezz’ora abbondante, mi sono svegliato per davvero: tutto era completamente svanito, la villa, che peraltro non esiste nemmeno nella realtà, gli amici, le ragazze, ed ero rimasto di nuovo solo, nella mia stanza, nella mia solitudine e con un disperato bisogno di amicizia, di affetto e di un lavoro tranquillo e sereno e non precario. Del resto, anche mia mamma non poteva essere presente dato che è mancata ormai quasi due anni e mezzo fa. E’ stato un sogno bellissimo e anche il più realistico che abbia mai fatto in vita mia (non mi capita molto spesso di farne così realistici da ricordarmi praticamente tutto), ma adesso so che tutto ciò non si realizzerà mai e che devo continuare a fare i conti con ben altra situazione…
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