domenica 26 novembre 2023

Una domenica di sport indimenticabile


Cominciamo dalla fine. Avevo otto anni e mezzo appena "compiuti" quando, il 18 dicembre 1976, l’Italia vinceva la sua prima Coppa Davis. Che bell’effetto che fa dire adesso “la sua prima Coppa Davis” quando fino a ieri si diceva “la sua unica Coppa Davis”. Sì perché di Coppa Davis, l’insalatiera d’argento più famosa del mondo, ne è arrivata una seconda oggi a Malaga. Con una formula pessima fin che si vuole, ma è arrivata.


Ed è arrivata grazie al capitano non giocatore Filippo Volandri (malgrado alcune sue scelte discutibili), a Lorenzo Sonego, a Lorenzo Musetti (anche se in tono minore), al veterano doppista Simone Bolelli, che in Spagna è rimasto in panchina lasciando spazio a Sonego, così come Matteo Berrettini che ha fatto da spettatore-tifoso, a Matteo Arnaldi, ma soprattutto a Jannik Sinner che finalmente vince qualcosa di davvero importante e lo fa riportando la Coppa Davis in Italia dopo 47 anni da trascinatore, principalmente con la vittoria capolavoro su Novak Djokovic nella semifinale contro la Serbia di ieri cancellando tre match point, e poi distruggendo oggi l’australiano Alex De Minaur, vittoria che ha significato il trionfo azzurro e che ha fatto seguito a quella di Arnaldi nel primo singolare della finale contro l’altro aussie Alexei Popyrin. Ed è bello che ad alzare la Coppa Davis con questi ragazzi ci sia stato il 90enne Nicola Pietrangeli, il capitano di quella squadra di 47 anni fa, formidabile ma divisa nettamente in due fazioni contrapposte, con lui che stava nel mezzo, a differenza di quella attuale, che è unita da una straordinaria amicizia collettiva.


Questa domenica, il 26 novembre 2023, che rimarrà per sempre nel cuore degli appassionati soprattutto di tennis ma non solo, era cominciata con la vittoria per un soffio di Lisa Vittozzi, che nella 15 km di Östersund non poteva cominciare meglio la Coppa del Mondo di biathlon femminile, e per chi non conosce questo sport, guardatelo perché è uno dei più pazzeschi e divertenti che esistano. È proseguita poi col diciannovesimo successo in 22 gare stagionali di F1 dell’olandese Max Verstappen, che ha chiuso l’anno come l’aveva iniziato, cioè dominando.


Uno dei due momenti più alti di questa giornata è stato poi il secondo titolo mondiale nella MotoGP per Francesco, detto “Pecco”, Bagnaia, con la sua Ducati, che a Valencia ha vinto gara e iride. Il suo avversario più pericoloso, Jorge Martin, che aveva i nervi a fior di pelle fin dal precedente Gran Premio, ha tentato di fare strike con tutti, prima con Pecco senza successo, poi, dopo aver perso una marea di posizioni, ci è riuscito con Marc Marquez, facendogli fare un volo terrificante.


Ma i Mondiali si vincono anche così, restando calmi e tranquilli nei momenti decisivi, e in questo Jannik Sinner, per tornare alla Coppa Davis, è il simbolo di questa calma e tranquillità. Continua a non piacermi particolarmente come tennista ma quello che conta è che adesso tutti vogliono giocare a tennis grazie a lui e tutti parlano di lui. Dopo questo trionfo, da me auspicato la settimana scorsa dopo l’amarissima sconfitta contro Djokovic alle ATP Finals di Torino, si merita davvero la candidatura a Messia dello sport italiano, ma in particolare del tennis.


Ah dimenticavo: due cose sono passate e passeranno sotto silenzio dai media. Ieri le azzurre del curling hanno conquistato l’argento europeo cedendo solo all’ultimo “stone” contro la favoritissima Svizzera. Oggi la statunitense Mikaela Shiffrin ha trionfato nello slalom di Killington raggiungendo l’incredibile numero di 90 vittorie in Coppa del Mondo, e in questa gara, poco prima che Sinner & Friends alzassero l’insalatiera d’argento, Marta Rossetti ha conquistato un quinto posto che è il miglior risultato per una slalomista azzurra da oltre sei anni e mezzo a questa parte e che si spera risollevi il settore più disastrato dello sci alpino italiano, quello dello slalom femminile.


Un’ultima cosa, davvero un’ultima cosa. Forse. L’Italia del tennis femminile ha vinto per quattro volte (2006, 2009, 2010 e 2013) quella che allora si chiamava Fed Cup e oggi si chiama Billie Jean King Cup e che è il corrispettivo femminile della Coppa Davis, contro le due (che bello dire due e non più una!) degli uomini, e quest’anno le ragazze azzurre sono arrivate di nuovo in finale dopo due lustri, perdendo dal Canada.


Ma sia quest’anno sia gli anni in cui questo trofeo l’hanno vinto, le tenniste italiane sono state quasi completamente ignorate dai grandi media e quindi dal grande pubblico. Eppure sono questi trionfi, insieme a quelli di Francesca Schiavone al Roland Garros del 2010 e di Flavia Pennetta in finale su Roberta Vinci agli US Open del 2015, dei quali per fortuna ci si è occupati un po’ di più, che hanno tenuto in piedi il tennis italiano e che hanno permesso l’arrivo e la crescita della squadra che oggi, finalmente, ha portato a casa la seconda, storica, Coppa Davis.


Chiudo qua questo sproloquio ma comincio ad aggiornare i miei database sportivi. La mia giornata lavorativa è stata lunghissima e, con così tanti sport da seguire anche se non tutti per lavoro, estenuante, ma alla fine decisamente appagante e piena di gioia. Non sempre, anzi, per me quasi mai, ma ogni tanto vivere è bello.


Foto: Getty Images

martedì 21 novembre 2023

Il nuovo Messia dello sport italiano?


Mi sono accorto che questo blog era ormai agonizzante da più di un anno, durante il quale ho ripetutamente pensato di chiuderlo, ma non c'era occasione più ghiotta per dargli un pochino di ossigeno e tenerlo ancora un po' in vita.

In questi giorni di "Sinnermania" si sono sprecati i "mai visto di qua, mai visto di là, mai visto di su, mai visto di giù" a proposito di Jannik. L'unica cosa che io non ho mai visto è uno che da quindici anni gioca con crescente intensità, precisione e voglia di vincere su tutte le superfici per tutti i dodici mesi dell'anno e che ha avuto pochissimi seri infortuni come Djokovic, che peraltro per questa continua innaturale crescita (gli anni sono 36 e alla sua età Murray è completamente distrutto fisicamente, così come Nadal, che ha un anno di più e che comunque l'anno prossimo proverà a tornare) mi ha ampiamente fracassato gli innominabili.

Molte delle cose che ho letto su Sinner, come per esempio "a 22 anni avere una continuità e una saldezza di nervi del genere è cosa rara", dimostrano che o non si conosce la storia del tennis mondiale oppure la si dimentica, come puntualmente accade per la storia politica e bellica delle nazioni. Ho anche letto scocchezze inaudite secondo le quali quando vince per la gente è italiano e quando perde è tedesco, invece Paola Egonu dato che è nera non è mai italiana. Oppure la giovane sciatrice Lara Colturi, dato che gareggia per l'Albania, non è più italiana.

Io invece, che non ho mai guardato né nazionalità né colore della pelle di nessuno ma solo i fatti, dico che la vittoria di Sinner su Rune è stata sì sportività e onestà da parte di Jannik ma anche un suicidio sportivo, visto che ha rimesso in gioco l'unico suo avversario che in un Pala Alpitour di Torino tutto per lui poteva batterlo, e così purtroppo è stato, tra l'altro era anche abbastanza prevedibile visto che molto spesso, circa il 60% delle volte, la semifinale o la finale delle ATP Finals ha avuto un esito diverso rispetto allo stesso match disputato nei gironi, come si può vedere dall'elenco che metto più sotto. Per la precisione, su 22 volte che uno ha vinto un match nel girone, come nel caso di Jannik contro Nole, ha poi perso per 13 volte la semifinale o la finale contro lo stesso avversario.

Insomma, onore a Sinner per tutto quello che ha fatto finora nella sua carriera, riscrivendo record su record del tennis italiano, per la sua dedizione al gioco, per la sua volontà di migliorarsi (e quest'anno è migliorato esponenzialmente) e soprattutto per aver suscitato un interesse per il tennis che in Italia, come ha genialmente scritto qualcuno, non si vedeva dai tempi della partita tra Fantozzi e Filini. Però adesso qualcosa di davvero importante, malgrado i dieci tornei portati a casa (di cui però solo un Masters 1000) e la posizione di numero 4 del mondo con cui chiude l'anno, deve iniziare a vincerla, a cominciare magari dalla Coppa Davis di questa settimana a Malaga, perché alla casella di vittorie importanti siamo ancora a quota zero.

Tocca a Jannik, coadiuvato dal suo staff capeggiato da due bravissimi tecnici come Darren Cahill e Simone Vagnozzi, dimostrare di essere all'altezza del ruolo di nuovo Messia dello sport italiano con il quale è stato incoronato dai grandi media e dagli opinionisti più o meno improvvisati. E purtroppo, anche a costo di passare per antisportivo, qualche volta ci vuole anche un po' di pragmatismo. Cosa che nel tennis soltamente non è necessaria, dato che i match di torneo sono sempre a eliminazione diretta, ma che purtroppo bisogna avere alle ATP Finals, a causa del loro assurdo regolamento che prevede i gironi all'italiana, un formato che va totalmente contro lo spirito di uno sport che è da dentro o fuori come il tennis.

Ecco l'elenco degli incontri doppi che si sono avuti nella storia delle ATP Finals, cioè dal 1970 in poi.

1976
Girone: Fibak b. Orantes 7-5 7-6
Finale: Orantes b. Fibak 5-7 6-2 0-6 7-6 6-1

1978
Girone: McEnroe b. Ashe 6-3 6-1
Finale: McEnroe b. Ashe 6-7 6-3 7-5

1981
Girone: Lendl b. Gerulaitis 4-6 7-5 6-2
Finale: Lendl b. Gerulaitis 6-7 2-6 7-6 6-2 6-4

1987
Girone: Lendl b. Gilbert 6-2 6-2
Semifinali: Lendl b. Gilbert 6-2 6-4
Girone: Edberg b. Wilander 6-2 7-6
Semifinali: Wilander b. Edberg 6-2 4-6 6-3

1989
Girone: Becker b. Edberg 6-1 6-4
Finale: Edberg b. Becker 4-6 7-6 6-3 6-1

1990
Girone: Edberg b. Agassi 7-6 4-6 7-6
Finale: Agassi b. Edberg 5-7 7-6 7-5 6-2

1994
Girone: Becker b. Sampras 7-5 7-5
Finale: Sampras b. Becker 4-6 6-3 7-5 6-4

1996
Girone: Becker b. Sampras 7-6 7-6
Finale: Sampras b. Becker 3-6 7-6 7-6 6-7 6-4

1999
Girone: Agassi b. Sampras 6-2 6-2
Finale: Sampras b. Agassi 6-1 7-5 6-4

2000
Girone: Agassi b. Kuerten 4-6 6-4 6-3
Finale: Kuerten b. Agassi 6-4 6-4 6-4

2001
Girone: Hewitt b. Grosjean 3-6 6-2 6-3
Finale: Hewitt b. Grosjean 6-3 6-3 6-4

2003
Girone: Federer b. Agassi 6-7 6-3 7-6
Finale: Federer b. Agassi 6-3 6-0 6-4

2004
Girone: Federer b. Hewitt 6-3 6-4
Finale: Federer b. Hewitt 6-3 6-2

2005
Girone: Federer b. Nalbandian 6-3 2-6 6-4
Finale: Nalbandian b. Federer 6-7 6-7 6-2 6-1 7-6

2008
Girone: Djokovic b. Davydenko 7-6 0-6 7-5
Finale: Djokovic b. Davydenko 6-1 7-5

2011
Girone: Federer b. Tsonga 6-2 2-6 6-4
Finale: Federer b. Tsonga 6-3 6-7 6-3

2015
Girone: Federer b. Djokovic 7-5 6-2
Finale: Djokovic b. Federer 6-3 6-4

2017
Girone: Dimitrov b. Goffin 6-0 6-2
Finale: Dimitrov b. Goffin 7-5 4-6 6-3

2018
Girone: Djokovic b. Zverev 6-4 6-1
Finale: Zverev b. Djokovic 6-4 6-3

2021
Girone: Medvedev b. Zverev 6-3 6-7 7-6
Finale: Zverev b. Medvedev 6-4 6-4

2023
Girone: Sinner b. Djokovic 7-5 6-7 7-6
Finale: Djokovic b. Sinner 6-3 6-3