mercoledì 1 gennaio 2020

Pensieri e parole di inizio 2020



Sto cominciando a scrivere quando è passata da poco la mezzanotte. Come è mia abitudine ormai da più di un anno non ho brindato e, con i botti che si fanno sentire fuori (ma non più di tanto, evidentemente anche chi vuole farli risente della crisi) voglio fare un bilancio dell’anno appena morto e guardare all’anno che è appena nato.

Sul 2019 avevo scritto un paragrafo totalmente diverso da questo ma ora l’ho rifatto. Dico solo che dall’anno vecchio ho imparato, alla veneranda età di 51 anni, che devo fare il più possibile a meno, anche privatamente, del principio costituzionale sancito dall’articolo 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Quindi userò solo in casi estremi questa libertà che i nostri padri costituenti ci e mi hanno regalato, cioè quando ci sarà da fare una critica (secondo me legittima e non oltre i limiti della diffamazione) verso un atleta o un addetto ai lavori partecipanti a un evento sportivo di cui mi occuperò facendone la cronaca.

Pertanto della mia vita e di chi vi ruota intorno, per non avere ulteriori spiacevoli conseguenze, lavorative o di rapporti umani, non parlerò mai più e questo sarà il mio ultimo post al riguardo. So che molti si strapperanno i capelli perché non svelerò più nulla della mia vita privata e quindi i clic, già vicini allo zero, praticamente andranno sotto lo zero (sai che noia leggere uno che scrive sempre e solo di sport?!), ma questo è il primo e principale proposito per l’anno nuovo, a cui mi atterrò scrupolosamente, quindi questo spazio, di cui mi sono indegnamente impossessato ormai tre anni e mezzo fa, diventerà esclusivamente a carattere sportivo.

Cosa mi riserverà il 2020? Intanto, da un mese a questa parte, sono contento e cercherò di ripagare meglio che posso la fiducia che ripongono verso di me le persone con cui collaboro attualmente. Poi, quando avrò tempo, aggiornerò questo blog, sul quale mi dedicherò, sempre quando avrò tempo, alla nascita di nuovi progetti. Ho capito infatti che i miei fantomatici progetti editoriali che ho nei byte del computer (e sono almeno tre) sono troppo voluminosi per poter essere pubblicati su carta, o forse sono io che non ho il coraggio di provare a trovare un editore che sia così pazzo da essere disposto a pubblicarne uno. Quindi tanto vale che che finiscano a puntate su questo spazio. Piano piano, finché avrò vita.

Uno, l’ultimo, l’ho cominciato da poco. E’ probabilmente il meno mastodontico e quindi comincerò da quello. E’ anche quello sul quale più di una persona mi sollecitava a darmi da fare e a dargli vita pubblicandolo su carta. Ma naturalmente io, l’indolenza fatta persona, non ho mai concluso niente. Ora ho pronti ben 2 dei 144 articoli necessari, più un’introduzione, ancora da completare. Comincerò a pubblicare su questo blog nei prossimi giorni. Forse. Perché forse? Perché l’indolenza, e l’essere un Laureato in Cose Inutili per di più cazzaro, fa parte della mia natura. Chi vivrà vedrà.

A proposito: caro Laureato-in-Cose-Inutili-per-di-più-cazzaro, cerca di smettere di credere ai sogni, comincia a vivere e affronta la vita seriamente. Andando al galoppo verso i 52, è quasi ora di farlo. La buonanima di tua mamma, affibbiandoti questo appellativo che tu hai fatto tuo come titolo di questo blog, aveva ragione come nessun altro. Perché ti conosceva come nessun altro. Ma anche questo l’ho capito davvero solamente durante l’anno appena trascorso. Ah, in questo momento sono scoccate le due del mattino, quindi, anche in una notte così lunga, è quasi ora di andare a nanna. Buon 2020 a tutti.

Post scriptum delle 3:05: ho appena letto un post che mi ha fatto spanciare dalle risate e mi ha fatto iniziare l'anno di buon umore, ma dato che devo tener fede a quello che ho detto prima, nel senso che non posso e non devo esprimere liberamente la mia opinione, mentre gli altri possono dire e scrivere qualsiasi cosa, mi astengo.