Da tempo immemorabile sono un amante più dello sport femminile rispetto a quello maschile, tranne il basket, che non sono mai riuscito a guardare, ma questa settimana lo dovrò fare e magari mi appassionerò anche a quello. Per carità, non seguo tutti gli sport femminili come seguo gli scacchi, il tennis e quelli invernali: per esempio, il calcio, anche se mi fa divertire, non l’ho mai seguito, e non seguo assiduamente neppure la pallavolo, che pure è uno degli sport in cui penso che le donne se la cavino meglio che in tanti altri. Ma una cosa è sicura: nello sport, almeno in quello, le donne mi danno sempre grandi soddisfazioni, che siano portacolori italiane o no.
E, per quanto riguarda l’Italia, negli ultimi trent’anni abbiamo avuto un numero enorme di grandi campionesse quasi ovunque. Adesso perfino nel calcio le azzurre stanno facendo una figura molto migliore rispetto ai colleghi uomini, che fin da quando vengono convocati nell’Under 21 sono già viziati, montati e strapagati, peraltro senza avere neanche un decimo della classe di certi campioni del passato. Insomma, le calciatrici azzurre giocano col cuore e non col portafogli, e contro la Cina, che contro di loro partiva probabilmente coi favori del pronostico, lo hanno dimostrato una volta di più.
Chiusa questa premessa veniamo al sodo: lunedì 24 giugno alle 18.04, come tutti sanno, sono state assegnate le Olimpiadi invernali del 2026 a Milano e Cortina d’Ampezzo. Sono state parecchie le carte vincenti che l’Italia ha messo sul tavolo per battere la Svezia, ma quella che si è rivelata decisiva sono stati i discorsi che sono stati tenuti alla sessione del CIO di Losanna da tre campionesse olimpiche, Sofia Goggia e Michela Moioli, che hanno parlato in coppia, e Arianna Fontana, e la giovanissima promessa dello short-track Elisa Confortola.
Quattro discorsi, oltretutto fatti in inglese, pieni della loro gioia di vivere, della loro emozione e della speranza di realizzare il sogno loro ma anche di tanti italiani: avere di nuovo le Olimpiadi in casa. Sono state loro, di questo sono assolutamente sicuro, a convincere gli indecisi a spostare i loro voti in nostro favore e a regalare a loro stesse, all’Italia e anche a me, il sogno dei quarti Giochi olimpici italiani, i terzi invernali. Insomma, le donne dello sport non tradiscono mai.
Riguardo ai meriti della delegazione italiana, alle future implicazioni politiche e altre cose ho già letto abbastanza idiozie in queste ultime ore quindi mi limito a dire che, a parte quello delle nostre atlete, il merito maggiore di questa vittoria, bisogna ammetterlo, è del presidente del CONI in persona, Giovanni Malagò, per il quale, dopo il no di Virginia Raggi alle Olimpiadi estive a Roma, i cinque cerchi casalinghi erano diventati una vera ossessione, e finalmente è riuscito a conquistarle senza mai smettere di crederci.
E ora, passata la grande gioia per la vittoria, bisogna mettersi tutti in pista. E’ un’occasione da non perdere per l’Italia: gli sprechi di Torino 2006, con tanto di impianti abbandonati a se stessi, non si devono più ripetere, e anche dal punto di vista dei trasporti fra le varie sedi di gara c’è da fare un notevolissimo salto di qualità rispetto ai Giochi di 13 anni fa e anche rispetto a quello che c’è adesso nelle zone interessate. Se gli errori del passato non si ripeteranno sarà davvero un’Olimpiade indimenticabile per tutti.
E’ un’occasione da non perdere anche per me: chissà mai che non possa tirare fuori dai byte impolverati del mio computer qualcuno dei miei progetti che ho cominciato e che poi ho interrotto non sapendo come dare loro la luce. E soprattutto, avendo davanti un traguardo così enorme come queste Olimpiadi, per far valorizzare e fare apprezzare maggiormente quello che faccio nella vita di tutti i giorni, cosa che non sono mai stato capace di fare.
Foto: Instagram Michela Moioli
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