mercoledì 26 giugno 2019

Un'occasione da non perdere: per l'Italia ma anche per me


Da tempo immemorabile sono un amante più dello sport femminile rispetto a quello maschile, tranne il basket, che non sono mai riuscito a guardare, ma questa settimana lo dovrò fare e magari mi appassionerò anche a quello. Per carità, non seguo tutti gli sport femminili come seguo gli scacchi, il tennis e quelli invernali: per esempio, il calcio, anche se mi fa divertire, non l’ho mai seguito, e non seguo assiduamente neppure la pallavolo, che pure è uno degli sport in cui penso che le donne se la cavino meglio che in tanti altri. Ma una cosa è sicura: nello sport, almeno in quello, le donne mi danno sempre grandi soddisfazioni, che siano portacolori italiane o no.

E, per quanto riguarda l’Italia, negli ultimi trent’anni abbiamo avuto un numero enorme di grandi campionesse quasi ovunque. Adesso perfino nel calcio le azzurre stanno facendo una figura molto migliore rispetto ai colleghi uomini, che fin da quando vengono convocati nell’Under 21 sono già viziati, montati e strapagati, peraltro senza avere neanche un decimo della classe di certi campioni del passato. Insomma, le calciatrici azzurre giocano col cuore e non col portafogli, e contro la Cina, che contro di loro partiva probabilmente coi favori del pronostico, lo hanno dimostrato una volta di più.

Chiusa questa premessa veniamo al sodo: lunedì 24 giugno alle 18.04, come tutti sanno, sono state assegnate le Olimpiadi invernali del 2026 a Milano e Cortina d’Ampezzo. Sono state parecchie le carte vincenti che l’Italia ha messo sul tavolo per battere la Svezia, ma quella che si è rivelata decisiva sono stati i discorsi che sono stati tenuti alla sessione del CIO di Losanna da tre campionesse olimpiche, Sofia Goggia e Michela Moioli, che hanno parlato in coppia, e Arianna Fontana, e la giovanissima promessa dello short-track Elisa Confortola.

Quattro discorsi, oltretutto fatti in inglese, pieni della loro gioia di vivere, della loro emozione e della speranza di realizzare il sogno loro ma anche di tanti italiani: avere di nuovo le Olimpiadi in casa. Sono state loro, di questo sono assolutamente sicuro, a convincere gli indecisi a spostare i loro voti in nostro favore e a regalare a loro stesse, all’Italia e anche a me, il sogno dei quarti Giochi olimpici italiani, i terzi invernali. Insomma, le donne dello sport non tradiscono mai.

Riguardo ai meriti della delegazione italiana, alle future implicazioni politiche e altre cose ho già letto abbastanza idiozie in queste ultime ore quindi mi limito a dire che, a parte quello delle nostre atlete, il merito maggiore di questa vittoria, bisogna ammetterlo, è del presidente del CONI in persona, Giovanni Malagò, per il quale, dopo il no di Virginia Raggi alle Olimpiadi estive a Roma, i cinque cerchi casalinghi erano diventati una vera ossessione, e finalmente è riuscito a conquistarle senza mai smettere di crederci.

E ora, passata la grande gioia per la vittoria, bisogna mettersi tutti in pista. E’ un’occasione da non perdere per l’Italia: gli sprechi di Torino 2006, con tanto di impianti abbandonati a se stessi, non si devono più ripetere, e anche dal punto di vista dei trasporti fra le varie sedi di gara c’è da fare un notevolissimo salto di qualità rispetto ai Giochi di 13 anni fa e anche rispetto a quello che c’è adesso nelle zone interessate. Se gli errori del passato non si ripeteranno sarà davvero un’Olimpiade indimenticabile per tutti.

E’ un’occasione da non perdere anche per me: chissà mai che non possa tirare fuori dai byte impolverati del mio computer qualcuno dei miei progetti che ho cominciato e che poi ho interrotto non sapendo come dare loro la luce. E soprattutto, avendo davanti un traguardo così enorme come queste Olimpiadi, per far valorizzare e fare apprezzare maggiormente quello che faccio nella vita di tutti i giorni, cosa che non sono mai stato capace di fare.

Foto: Instagram Michela Moioli

martedì 18 giugno 2019

Aleksandra Goryachkina nuova sfidante per il titolo mondiale femminile di scacchi

Per la prima volta dal 1997 quest’anno, nella città russa di Kazan, si è svolto, come è consuetudine in campo maschile, un Torneo delle Candidate per designare la sfidante al titolo mondiale femminile di scacchi. In precedenza questo ruolo veniva conquistato da chi si aggiudicava un assurdo torneo a tabellone tennistico a 64 giocatrici, andando così a sfidare la campionessa del mondo in carica.

Addirittura, nell’ultima occasione, la cinese Tan Zhongyi, che vincendo il torneo a eliminazione di Teheran nel 2017 si era assicurata direttamente il titolo mondiale grazie al forfait per protesta contro questa cervellotica formula dell’iridata in carica, la sua connazionale Hou Yifan, era stata costretta l’anno scorso a rimettere in palio la sua corona in un match di dieci partite contro un’altra cinese, Ju Wenjun, la vincitrice del Grand Prix femminile 2015-2016 organizzato dalla FIDE, la federscacchi internazionale. Peraltro, Ju aveva strappato il titolo a Tan nel match dell’anno scorso confermandolo, poi, nell’ultimo, almeno speriamo, torneo a tabellone tennistico disputato lo scorso novembre a Khanty Mansiysk.

Bene, la FIDE, grazie anche al nuovo presidente Arkady Dvorkovich, ha deciso di mettere fine a questo vero e proprio obbrobrio introducendo finalmente dopo 22 anni dall'ultima volta un Torneo delle Candidate a otto giocatrici con girone di andata e ritorno, come nella migliore tradizione maschile, iniziato lo scorso 31 maggio e finito il 17 giugno, due giorni fa. La competizione è stata vinta dalla più giovane in gara, la russa Aleksandra Goryachkina, nata il 28 settembre 1998, che dopo 9 delle 14 partite totali aveva già ipotecato il trionfo con 7,5 punti sui 9 disponibili, 6 vittorie e 3 patte, con ben 2,5 punti di vantaggio su chi la inseguiva! Poi ha notevolmente rallentato il ritmo con altre quattro patte e una sconfitta proprio all’ultima partita, ma tutto ciò non le ha impedito di conquistare il diritto di sfidare a fine anno Ju Wenjun con due turni di anticipo.

Goryachkina, che dal 2018 ha la qualifica di Grande Maestro (assoluto, non solo femminile), ha un curriculum da predestinata: campionessa mondiale Under 10 (2009), Under 14 (2011), Under 18 (2012) e Under 20 (2013 e 2014), campionessa europea Under 12 (2010), Under 14 (2011) e Under 18 (2012) e due volte campionessa nazionale russa assoluta (2015 e 2017). Il suo a Kazan è stato un trionfo totale, eppure le sue avversarie erano di tutto rispetto, tanto è vero che questo torneo può essere a ben ragione definito il più forte di tutti i tempi in campo femminile. E’ stato anche un torneo in cui le giocatrici hanno mostrato una fortissima combattività tanto che su 56 partite, 30 si sono concluse con una vittoria, 22 di chi aveva i pezzi bianchi, 8 di chi aveva quelli neri: percentuali ben diverse da quelle che si verificano in campo maschile.

Il premio per la partita più bella è andato all'ucraina Mariya Muzychuk, campionessa del mondo nel 2015-2016, per la sua vittoria all'ultimo turno proprio contro Goryachkina. Di seguito tutte le partecipanti con tra parentesi il punteggio Elo (quello delle classifiche mondiali), la nazionalità, l’anno di nascita, la qualifica e l’eventuale titolo mondiale conquistato in passato, e perché la giocatrice si è qualificata per questo torneo. Più sotto ancora, con le grafiche di ChessBase, la tabella della classifica finale e tutte le partite del torneo mossa per mossa.
Foto: Pagina Facebook della FIDE

Nana Dzagnidze (2510, Georgia, 1987, Grande Maestro dal 2008, qualificata per punteggio Elo)

Aleksandra Goryachkina (2522, Russia, 1998, Grande Maestro dal 2018, sostituta di Hou Yifan)

Valentina Gunina (2506, Russia, 1989, Grande Maestro dal 2013, qualificata per punteggio Elo)

Alexandra Kosteniuk (2546, Russia, 1984, Grande Maestro dal 2004 e campionessa del mondo 2008-2010, qualificata come semifinalista mondiale 2018)

Kateryna Lagno (2554, Russia, 1989, Grande Maestro dal 2007, qualificata come finalista mondiale 2018)

Anna Muzychuk (2539, Ucraina, 1990, Grande Maestro dal 2012, qualificata per punteggio Elo)

Mariya Muzychuk (2563, Ucraina, 1992, Grande Maestro dal 2015 e campionessa del mondo 2015-2016, qualificata come semifinalista mondiale 2018)

Tan Zhongyi (2513, Cina, 1991, Grande Maestro dal 2017 e campionessa del mondo 2017-2018, qualificata per punteggio Elo)


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1.e4 e5 2.Nf3 Nf6 3.Nxe5 d6 4.Nd3 Nxe4 5.Nc3 Nf6 6.Nf4 d5 7.d4 Be7 8.Be3 c6 9.Bd3 Na6 10.a3 Nc7 11.f3 c5 12.b3 b6 13.0-0 0-0 14.Qd2 Re8 15.Rfe1 Bd6 16.Bf2 Ne6 17.Nfxd5 Nxd5 18.Nxd5 cxd4 19.c4 dxc3 20.Nxc3 Ba6 21.Nd5 Bxd3 22.Qxd3 Bc5 23.Bxc5 Nxc5 24.Qc4 Qd6 25.b4 Rxe1+ 26.Rxe1 Ne6 27.Rd1 Kh8 28.Nc3 Qe7 29.Nd5 Qd6 30.Nc3 Qe7 31.Nd5 Qd6 32.Nc3 ½–½
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Tan,Z2513Gunina,V25061–0

Grazie a tutti


Avrei voluto scrivere del Torneo dei Candidati, anzi, delle Candidate, al Mondiale femminile di scacchi che si è chiuso oggi (anzi ieri, vista l’ora), ma siccome nessuno di voi si strapperà i capelli per la mancanza di questo mio resoconto (magari lo farò nei prossimi giorni, se ci riuscirò), volevo solamente ringraziare tutti coloro che mi hanno fatto gli auguri. Su Facebook, su Messenger di Facebook, su Whatsapp o per telefono. Non vi ho ringraziati uno per uno come faccio di solito e con la scusa di aggiornare il presente blog mando questo ringraziamento a tutti in una volta sola.

Per un giorno, anche se non ho potuto festeggiare insieme a papà, sorella e cognato, mi sono sentito davvero bene. Per un giorno, perché, malgrado abbia quasi del tutto risolto alcuni dei miei problemi di salute, sto per affrontare uno dei periodi più difficili della mia vita, anche se non posso raccontarvene i motivi. L’unica cosa positiva in questi ultimi mesi è stato riuscire a scrivere anche di altro, oltre che di sci, che è passato momentaneamente in secondo piano ma che, quando sarà il momento, spero che torni in cima ai miei pensieri di tutti i giorni, e di sicuro resta sempre al primo posto nel mio cuore.

Potrei raccontarvi che mi stufo di ogni progetto editoriale al quale comincio a dedicarmi, o meglio, non so mai come darlo alla luce chiedendomi se è valsa davvero la pena di cominciarlo invece di dedicarmi a cose più vitali, tuttavia è meglio non annoiarvi ulteriormente su questo. Potrei raccontarvi che il mio paesello mi manca da morire: sono passati quasi tre anni da quando ho lasciato la casa in affitto lassù ma è ancora una cosa che non riesco ad accettare, tuttavia è meglio non annoiarvi ulteriormente su questo.

Potrei ringraziare anche alcuni di quelli che gli auguri non me li hanno fatti, non perché hanno molto di meglio da fare che non stare a vedere su Facebook se è o no il mio compleanno ma perché l’hanno fatto apposta. E io so benissimo chi sono. Ma il divin poeta diceva saggiamente ma anche con sommo disprezzo “Non ragioniam di lor ma guarda e passa”. Grazie di nuovo a quelli che si sono fatti sentire e leggere: tra questi ci sono persone molto speciali che ci tengono molto a me e a cui io tengo molto e spero che questo mi dia tanta forza non soltanto in questo momento ma anche nelle prossime difficili settimane.