domenica 1 giugno 2025

Anche gli amori sportivi finiscono. Addio Inter. Non è neanche stato così bello


Nella mia vita sono lo zimbello di tutti. Delle donne, che non mi hanno mai preso in considerazione come amante, dei datori di lavoro, dei capi e dei colleghi, che a quasi 57 anni mi trattano ancora come uno stagista. Perfino degli idraulici, che non vogliono venire a ripararmi l'impianto di casa, e se lo vogliono sparano cifre assurde che non posso permettermi. Ma di essere lo zimbello anche di juventini e milanisti, che rompono ancora il cazzo rispettivamente per il 5 maggio 2002 e per il 6-0 nel derby del 2001, mentre gli interisti non possono dire che il Milan ha costruito tutta la sua fortuna su una partita sospesa per nebbia e che la Juve ha perso uno scudetto per una partita sospesa (giustamente) per acquazzone, non ci sto più. Per il resto, vedremo se prima o poi ci sarà rimedio.

Quello per l'Inter è solo l'ultimo amore sportivo che finisce per me. Almeno per ora, perché credo che altri finiranno. Esattamente com'è finito l'amore viscerale per il ciclismo il 5 giugno 1999, quando Marco Pantani fu cacciato dal Giro d'Italia. Esattamente com'è finito l'amore per la Formula 1 l'1 maggio 1994, quando è morto il pilota che paradossalmente ho odiato di più, Ayrton Senna, per la cui morte però sono stato male per una settimana. Ma allora non sapevo ancora che quell'amore per la Formula 1 era finito quel giorno: ne ho preso consapevolezza solo più tardi, quando in nome della sicurezza e dello spettacolo, ma anche del risparmio di soldi, sono state inventate le regole più astruse che mai i dirigenti di uno sport abbiano mai potuto concepire.

Nel 2015 è finito anche l'"amore" per Valentino Rossi, con quel calcetto a Marc Marquez che alcuni incredibilmente negano che ci sia mai stato. E poco importa quali effetti abbia avuto e quali no, il fatto è che c'è stato. Lo stesso tennis non è più quello di una volta, specialmente quello maschile, ma quando lo guardo e quando non tifo nessuno dei giocatori (o giocatrici) in campo è ancora bello da vedere. Il problema è che non sono più in grado di soffrire per due ore o più. Meglio, molto meglio, lo sci, le cui gare di ciascun sciatore o sciatrice durano al massimo due minuti, noltre in genere, salvo sorprese, dopo un'ora la gara è già decisa, almeno per quanto riguarda le prime posizioni.

È di fatto finito anche il mio amore per il giornalismo sportivo. Fondamentalmente perché il mondo del giornalismo sportivo o mi odia o, peggio ancora, non mi considera e non mi valorizza. Probabilmente, anzi sicuramente, perché non valgo niente. Perché non capisco niente di marketing e dei trend su internet e quindi non posso fare i pezzi che mi piacerebbe fare: pezzi riguardanti le storie che sa regalare lo sport. Soprattutto quelle dimenticate o sconosciute. Del resto il flop terrificante del mio libro sulla storia della prima edizione della Coppa del Mondo di sci alpino mi ha confermato che queste cose non interessano a (quasi) nessuno. Così ho completamente perso la mia professionalità ma anche, per molte scelte sbagliate che ho fatto, la mia serenità economica.

Non mi ricordo invece quando è finito il mio amore per il calcio in generale. Forse dopo la delusione di Italia '90. Ma comunque è finito da tanto tempo. Quello per l'Inter invece è finito ieri sera, con la disfatta di Monaco contro il PSG nella finale di Champions. È stata una cosa inaccettabile, per la quale gli interisti verranno giustamente presi per il culo finché esisterà il calcio e quindi per l'eternità. Non lo posso più sopportare. Vorrei dire che tiferò a giorni alterni Milan o Juventus, a seconda delle circostanze. Ma non potrei mai tifare una delle storiche rivali. Di sicuro non tiferò più Inter. E non posso neanche dire che averla tifata per una cinquantina d'anni sia stato così bello, dato che mi ha portato molte sofferenze e perculate e pochissime gioie.

Questo blog era morto da più di un anno. Da quando avevo scritto che Hamilton alla Ferrari (a proposito, quello per le Rosse è un altro dei miei amori finiti da un pezzo) era solo un'operazione di marketing. Cosa che si sta rivelando drammaticamente vera. Non so nemmeno perché in tutto questo tempo non ho mai cancellato questo blog. Forse perché inconsciamente avevo ancora qualcosa da dire. E quel qualcosa da dire forse era questo sfogo piagnucoloso. Che chiudo qua. Insieme, forse, al blog.

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